Il 3 marzo 2023 si celebrerà la Giornata mondiale dell’udito – World Hearing Day promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Secondo i dati forniti dall’OMS, circa il 5% della popolazione mondiale convive con una perdita dell’udito, condizione che può influire significativamente sulla qualità di vita ed ha anche un impatto importante a livello sociale e sanitario.
Quando si parla di perdita dell’udito, si fa riferimento ad un deficit superiore ai 35 dB nell’orecchio in cui l’udito è migliore; ciò significa che vengono percepiti solamente i suoni con un’intensità superiore ai 35 dB, cioè un sussurro vicino all’orecchio. Tale deficit è considerato invalidante.
Molteplici sono le cause della perdita dell’udito, possiamo citare i fattori genetici, le complicanze perinatali, le infezioni, l’esposizione a suoni o rumori forti, l’utilizzo di alcuni farmaci, i cambiamenti connessi all’età.
Se alcuni di questi fattori di rischio sono al di fuori del nostro controllo, su altri abbiamo un buon margine d’azione e possiamo creare condizioni e stili di vita salutari per il nostro udito.
Come segnalato dall’OMS, infatti, molte persone sviluppano un deficit uditivo in seguito ad esposizione a suoni o rumori forti, che può avvenire in contesti lavorativi, ambientali o ricreativi.
Nei paesi occidentali circa il 50% dei giovani di età compresa tra i 12 e i 35 anni sono esposti all’ascolto di suoni forti a scopo ricreativo: ciò può avvenire nei locali e nelle discoteche oppure tramite l’ascolto di musica coi dispositivi audio personali. Nella maggior parte dei casi questo tipo di ascolto è pericoloso ed espone la persona al rischio di danni all’udito.
Come riconoscere la perdita di udito indotta dall’esposizione a suoni o rumori forti: inizialmente viene compromessa la percezione dei suoni acuti, con conseguente difficoltà a discriminare le parole udite. Le persone con questo tipo di deficit uditivo affermano che possono udire che l’altro sta parlando, ma non capiscono ciò che viene detto. Ci possono essere difficoltà anche nel sentire suoni abituali come il suono del campanello, della sveglia o del telefono, oppure possono comparire acufeni.
L’OMS, in riferimento all’esposizione a suoni e rumori forti a scopo ricreativo, fornisce alcune indicazioni utili a proteggere il proprio udito nella quotidianità. Il presupposto è che il volume dei suoni, la durata e la frequenza dell’esposizione a suoni forti possano avere un impatto proporzionale: quanto maggiori sono tali fattori, tanto maggiore è il rischio per il proprio udito.
Di seguito i suggerimenti dell’OMS per proteggere il proprio udito:
● Abbassa il volume: quando utilizzi dispositivi audio per ascoltare musica o altri contenuti, imposta il volume ad un livello inferiore al 60% del volume consentito dal dispositivo. È consigliabile utilizzare auricolari ben aderenti all’orecchio e con la funzione di cancellazione del rumore.
● Limitare il tempo speso in attività in cui si sia esposti a rumori o suoni forti: in riferimento alle attività ricreative, l’indicazione è di ridurre la durata di permanenza in locali dove la musica o il rumore siano molto elevati; fare alcune pause in cui allontanarsi dal suono permette di dare sollievo all’udito e ridurre l’esposizione. Allo stesso modo, è utile limitare l’utilizzo dei dispositivi audio personali.
● Monitorare le proprie abitudini di ascolto: quando si utilizzano i dispositivi audio personali, è possibile utilizzare le funzionalità di sicurezza preimpostate in essi, che monitorano il livello di suono, la durata dell’ascolto e limitano il livello del volume. Questo aiuta a maturare consapevolezza rispetto alle proprie abitudini per renderle più salutari.
● Proteggersi dai rumori forti: è consigliabile utilizzare tappi per le orecchie nei luoghi più rumorosi e tenersi lontani dalle fonti di rumore, come gli altoparlanti.
● Prestare attenzione ai primi segnali di perdita dell’udito: è importante non sottovalutare quelli che possono essere i primi segnali di una perdita dell’udito, quali ad esempio gli acufeni, la difficoltà nell’udire suoni acuti come il campanello, la sveglia, la suoneria del telefono, oppure la difficoltà a comprendere le parole udite, specialmente se al telefono, e a seguire le conversazioni in contesti rumorosi.
● Fare periodici controlli dell’udito, specialmente se le proprie abitudini o il proprio stile di vita espongono spesso ai rischi per l’udito.
In allegato i risultati del progetto : “Sentimi bene!” a cura della S.C. di Otorinolaringoiatria dell’ASL CN2.