Il 25 novembre del 1960, le tre sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Sono considerate un esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo,il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Un gruppo di donne attiviste riunitesi nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi, tenutosi a Bogotà nel 1981 scelse questa data, che l’Assemblea Generale dell’ONU ha in seguito ufficializzato, invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica.
A distanza di molti anni la storia delle sorelle Mirabal echeggia terribilmente attuale, si lega al racconto di Mahsa Amini, Asra Panahi e delle altre ragazze Iraniane che stanno pagando con la vita il loro inno alla libertà.
Nel 2021 in Italia sono state uccise 109 donne, di cui 93 in ambito familiare/affettivo.