Continuano le attività collaterali del Centro di Riferimento Regionale dell’ Ospedale San Lazzaro di Alba per la riabilitazione delle le donne operate al seno.
Appena concluso il primo ciclo dei percorsi terapeutici di musico-artedanzaterapia, i responsabili dell’ambulatorio non hanno perso l’occasione di aderire al I International Dragon Boat Pink Festival che grazie all’entusiasmo dei medici responsabili e delle terapiste, in particolare di Chiara Marabotto, domenica 28 giugno, ha portato 38 signore di Alba, Bra ed Asti, accompagnate anche dalla terapista Silvia Barbero, a partecipare alle iniziative in programma della manifestazione che l’associazione Dragonette Torino Onlus ha organizzato, in collaborazione con la Società Canottieri Amici del Fiume, con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, Circoscrizione e Comune di Avigliana sotto l’effigie di Torino 2015, Capitale Europea dello Sport, il primo festival Internazionale di Dragon Boat femminile, con una sezione dedicata alle Donne in Rosa Abreast in a Boat (Comitato: Il cancro al seno a colpi di pagaia).
Il Dragon Boat è una barca con la testa e la coda di drago, della lunghezza di m. 12,66 e larga m. 1,06. Le pagaie sono simili a quelle della canoa canadese il cui peso è di circa un chilo. Sullo scafo trovano posto venti pagaiatori, a prua, rivolto verso l’equipaggio, un tamburino batte il tempo su di un grosso tamburo, retaggio di un’antica tradizione. A poppa è alloggiato, proprio sulla coda del drago, il timoniere, alle prese con un remo lungo m. 3 la cui pala è larga cm. 18 circa.
La pratica del Dragon Boat per le donne operate di tumore al seno nasce nel 1996 dalla volontà di un medico statunitense il Dr. Mckenzie che ha sperimentato, con un gruppo di donne pioniere, come, in contrasto con le teorie del periodo, il movimento ritmico e ciclico della pagaiata costituisse una sorta di linfodrenaggio naturale favorendo la prevenzione del linfedema. Questo, allora giovane medico, è stato determinante per la diffusione di questa disciplina che da quel momento è esplosa e ora conta decine di migliaia di donne operate in tutto il mondo, principalmente nei paesi anglosassoni.
Oltre 160 sono stati i partecipanti con 8 equipaggi da tutta Italia, la squadra vincitrice è stata quella proveniente da Roma, al secondo posto quella di Firenze.
Da queste donne arriva un messaggio chiaro e forte: “un atto di ribellione nei confronti di una malattia che ti vorrebbe costringere ad un muto e compassionevole isolamento. Quando indossi quella maglietta ti senti invincibile: comunichi a tutti che hai avuto un cancro al seno e che questo non ti ha assolutamente fermato.”
E ancora: “fare parte di questa squadra “speciale” è una esperienza unica che condividi con donne che hanno percorso le tue stesse strade e sanno quello che provi senza che nessuno ne parli. Pagaiare in modo sincrono in venti su un dragone è una esperienza emozionante che coalizza e crea una forte sinergia. Si diventa un insieme unico e tu sai che quando il cuore ti scoppia, i muscoli ti cedono e non ce la fai più, puoi alzare la pagaia ed essere certa che le tue compagne ti porteranno a riva metaforicamente come nella vita, perché i momenti di tristezza e scoramento capitano a tutte ma la consapevolezza di avere un sostegno così forte è una garanzia di successo.”
Momento toccante la Cerimonia dei Fiori. Col lancio di centinaia di garofani rosa, in acqua, da parte di tutti gli equipaggi dalla propria Dragon Boat ferma al largo, al centro del Po, sono state ricordate tutte le atlete che hanno perso la propria partita e che non potranno più partecipare alle regate.
