Questa serie di FAQ tratta dei vaccini attualmente disponibili contro il COVID-19
CARATTERISTICHE DEI VACCINI
Quali vaccini sono attualmente in uso per la prevenzione del COVID-19?
Comirnaty (Pfizer), vaccino a mRNA registrato per l’uso in persone di età pari o superiore a 12 anni.
Comirnaty pediatrico (Pfizer): registrato per l’uso nei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni. Il vaccino pediatrico Pfizer è a dose più bassa (un terzo della dose utilizzata per il vaccino Pfizer over12).
Spikevax (Moderna), vaccino mRNA registrato per l’uso in persone di età pari o superiore a 12 anni.
Nuvaxovid (Novavax): vaccino a base proteica con adiuvante, registrato per l’uso a partire dai 18 anni di età.
Su quali basi sono stati formulati i vaccini contro il COVID-19?
I coronavirus hanno delle protuberanze che sporgono dalla loro superficie e sono note come proteine Spike. La proteina Spike svolge un ruolo importante nel meccanismo con cui SARS-CoV-2 (il virus responsabile del COVID-19) infetta il nostro organismo. Questa proteina è in grado di attivare una risposta (sotto forma di anticorpi) da parte del sistema immunitario.
Che cosa sono i vaccini a mRNA?
I vaccini mRNA sono basati su un approccio innovativo. Per produrre una risposta immunitaria, i vaccini fino ad ora hanno sempre utilizzato virus o batteri inattivati oppure attenuati (indeboliti). I vaccini COVID a mRNA invece insegnano alle nostre cellule a produrre la proteina Spike: in tal modo la proteina che attiva la formazione degli anticorpi viene prodotta dalle nostre cellule sulla base delle istruzioni contenute nel vaccino.
Come funzionano i vaccini a mRNA?
Dopo che il vaccino COVID-19 è iniettato nel muscolo, le istruzioni (sotto forma di un segmento di mRNA) per produrre la proteina Spike entrano all’interno delle cellule. Dopo che la proteina è stata prodotta, l’mRNA viene eliminato. Il nostro sistema immunitario riconosce la proteina e inizia a produrre anticorpi protettivi verso il virus.
Come funziona il vaccino Nuvaxovid (Novavax)?
Novavax utilizza direttamente la proteina Spike del virus, unita a una sostanza adiuvante che serve per attivare il sistema immunitario. L’adiuvante utilizzato è a base di saponina, un estratto naturale di origine vegetale.
I vaccini contro il COVID-19 sono sperimentali?
I vaccini attualmente usati nella campagna vaccinale COVID-19 non sono sperimentali, ma sono stati immessi in commercio dopo il completamento dell’intero percorso che ha verificato la loro qualità, sicurezza ed efficacia. Nessun vaccino sperimentale può essere somministrato alla popolazione al di fuori dei protocolli che regolano gli studi clinici.
Le persone guarite dal COVID-19 devono vaccinarsi? E’ necessario effettuare un test sierologico (ricerca degli anticorpi nel sangue) prima della vaccinazione?
Le persone mai vaccinate in precedenza e che hanno avuto il COVID-19 dovrebbero comunque essere vaccinate. La protezione che un individuo ottiene dall’aver superato il COVID-19 varia da persona a persona, per cui sono descritte reinfezioni (specialmente da quando è emersa la variante Omicron). Infine, poiché il virus SARS-CoV-2 è nuovo, gli esperti non sanno ancora quanto tempo potrebbe durare l’immunità naturale. Prima di effettuare la vaccinazione non è utile effettuare un test per la ricerca degli anticorpi anti-SARS-CoV-2, per almeno due ragioni: a) non è noto il correlato sierologico di protezione (ossia il livello minimo di anticorpi che risulta protettivo); b) anche se si trovano anticorpi, non si sa per quanto tempo riusciranno a proteggere dall’infezione.
EFFICACIA DEI VACCINI
I vaccini COVID-19 a mRNA sono efficaci?
L’efficacia dei vaccini a mRNA è stata dimostrata dagli studi clinici effettuati per la loro immissione in commercio e continua ad essere monitorata nella popolazione. Può variare sia in base all’età e alle condizioni di salute del paziente, sia in base alle varianti del virus. Gli studi clinici effettuati sui vaccini a mRNA prima che si diffondessero le ultime varianti del virus hanno dimostrato un’efficacia del 94-95% per cento dopo la seconda dose. Dati più recenti indicano che il vaccino mostra un’efficacia moderata nei confronti dell’infezione da variante Omicron, mentre mantiene un’efficacia alta nel prevenire l’ospedalizzazione (86% dopo la terza dose, secondo uno studio pubblicato nel marzo 2022).
Quanto dura l’immunità nei confronti del virus SARS-CoV-2?
Non si sa ancora con precisione quanto dura l’immunità dopo l’infezione o la vaccinazione. Le informazioni più recenti mostrano che:
dopo la guarigione dall’infezione le persone potrebbero nuovamente infettarsi. Si tratta comunque di un numero ridotto rispetto al numero totale di persone che sono state infettate
dopo la vaccinazione le persone sono protette per almeno diversi mesi, ma anche in questo caso la durata dell’immunità non è ancora stata determinata.
Man mano che verranno raccolti ed esaminati i dati provenienti dagli studi in corso, sarà possibile avere informazioni più precise sulla durata della protezione.
Le persone vaccinate possono essere infettate da SARS-CoV-2?
Finché il virus continuerà a circolare, avremo un numero limitato di infezioni anche nelle persone vaccinate. Tuttavia se vediamo infezioni nelle persone vaccinate non dobbiamo concludere che i vaccini non funzionano, dato che notoriamente nessun vaccino è efficace al 100%. Sappiamo che le persone vaccinate sono meglio protette rispetto alle persone non vaccinate contro il rischio di forme gravi, ospedalizzazione e morte causate da COVID-19. La vaccinazione è importante anche perché riduce la circolazione del virus e la formazione di nuove varianti: meno persone si infettano e meno probabilità ci sono che il virus produca nuove varianti pericolose.
Sono necessarie dosi di richiamo (booster) dei vaccini COVID-19?
I dati attualmente disponibili suggeriscono una diminuzione dell’efficacia nel corso del tempo dei vaccini COVID-19. Questo fenomeno interessa tutti i vaccinati, anche se è più evidente nei soggetti di età pari o superiore a 60 anni e nei pazienti con un sistema immunitario compromesso. E’ per questo motivo che i programmi vaccinali prevedono almeno una dose di richiamo (tranne che per i bambini al di sotto dei 12 anni), mentre nei soggetti di età pari o superiore a 80 anni e nei pazienti più vulnerabili a causa di determinate patologie è stato introdotto un secondo booster.
Quando saranno disponibili i vaccini COVID-19 per i bambini di età inferiore ai 5 anni?
Sono in corso gli studi clinici sui vaccini contro il COVID-19 per i bambini, ma non sono ancora stati completati. Solo quando i risultati saranno disponibili, le autorità regolatorie (EMA e FDA) si pronunceranno in merito.
Perché i più giovani hanno bisogno del vaccino COVID-19 dal momento che non si ammalano gravemente?
Anche se i bambini e gli adolescenti non hanno la stessa probabilità degli adulti di ammalarsi gravemente di COVID-19, la malattia può colpire anche i giovanissimi, soprattutto in questa fase della pandemia in cui prevale la variante Omicron. E’ noto che bambini e adolescenti possono andare incontro ad una complicazione chiamata sindrome infiammatoria multisistemica, in genere da 2 a 6 settimane dopo aver contratto il COVID-19. Questa complicazione può verificarsi anche in seguito a un’infezione lieve e negli adolescenti provoca il ricovero in terapia intensiva in circa il 60% dei casi.
Che fare se si è in ritardo con la seconda dose?
Le persone dovrebbero cercare di effettuare la seconda dose nei tempi stabiliti. Tuttavia, se la seconda dose viene somministrata in ritardo, attualmente non è previsto di ricominciare da capo. Bisogna però tener presente che la prima dose protegge solo parzialmente, quindi è possibile infettarsi se si viene a contatto con il virus prima della seconda dose.
Una persona vaccinata che incontra il virus può avere un’infezione senza sintomi?
Un’infezione asintomatica si verifica quando il virus si replica nell’organismo senza dare alcun sintomo. In questo caso il paziente potrebbe diffondere il virus senza accorgersi di essere infetto. Gli studi suggeriscono che le infezioni asintomatiche sono possibili anche nei vaccinati, ma la loro probabilità di trasmettere agli altri il virus è inferiore a quella delle persone non vaccinate.
SICUREZZA DEI VACCINI
Se una persona ha reazioni allergiche a un alimento o a un farmaco, può essere vaccinata?
Le persone con gravi allergie a un componente di un vaccino COVID-19 (di solito un eccipiente) o ad una precedente dose di un vaccino COVID-19, non dovrebbero ricevere quello specifico vaccino COVID-19. In tali casi si può valutare la somministrazione di un altro tipo di vaccino COVID-19, ma solo dopo una consulenza allergologica. Invece i pazienti che hanno avuto una reazione allergica grave (anafilattica) a farmaci non contenenti componenti del vaccino cui sono allergici possono essere vaccinati ma dovranno rimanere dopo la vaccinazione nella sala di osservazione per almeno 60 minuti anziché i consueti 15. Se hanno avuto reazioni allergiche non anafilattiche ad alimenti, veleno di insetti, pollini, generalmente possono essere vaccinate con 15 minuti di osservazione.
Cosa sappiamo sui casi di miocardite in persone che hanno ricevuto i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna)?
Rari casi di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco), sono stati segnalati in adolescenti e giovani adulti che hanno ricevuto un vaccino mRNA COVID-19, più frequentemente dopo la seconda dose. I sintomi si sono verificati entro 5 giorni dalla vaccinazione. Adolescenti e giovani adulti immunizzati di recente che avvertono dolore al petto o mancanza di respiro dovrebbero consultare un medico e segnalare la recente vaccinazione. La miocardite, al di fuori di qualsiasi vaccinazione, è un evento piuttosto comune e in genere è causata da infezioni virali. I dati disponibili suggeriscono che l’incidenza di miocardite in seguito a vaccini mRNA è di circa 1 su 50.000 soggetti vaccinati. Bisogna anche considerare che il rischio di miocardite a causa della malattia COVID-19, sia nei bambini sia negli adulti, è molto più alto rispetto al rischio a seguito della vaccinazione. I sintomi più comuni sono dolore toracico, palpitazioni cardiache, respirazione difficoltosa.
I vaccini COVID-19 possono causare problemi sul lungo periodo?
La maggior parte degli effetti collaterali si verifica entro i primi giorni e comunque non oltre 6 settimane dalla somministrazione del vaccino. L’mRNA del vaccino si dissolve rapidamente perché le nostre cellule hanno un meccanismo per impedire all’mRNA di produrre una quantità eccessiva di proteine. Pertanto l’mRNA smette di produrre la proteina entro circa una settimana, indipendentemente dalla risposta immunitaria al vaccino.
Il vaccino COVID-19 può influenzare la fertilità?
No. I vaccini mRNA agiscono inizialmente nel sito di iniezione, dopodiché le cellule del sistema immunitario continuano il loro lavoro nei linfonodi più vicini. Pertanto le proteine prodotte grazie all’mRNA del vaccino non influenzano i livelli ormonali, né si spostano verso altre parti del corpo.
I vaccini COVID-19 a mRNA possono provocare cambiamenti nel corredo genetico?
L’mRNA e il DNA non si incontrano perché si trovano in parti diverse della cellula: mRNA è attivo solo nel citoplasma di una cellula e il DNA si trova nel nucleo, perciò i vaccini a base di mRNA non possono interagire con il DNA. Inoltre, l’mRNA è piuttosto instabile e rimane nelle cellule solo per un brevissimo periodo di tempo.
Il vaccino comporta un rischio per una persona che ha già avuto il Covid-19?
Per alcune malattie virali esiste un fenomeno chiamato ADE (Antibody-dependent Enhancement), ossia “intensificazione anticorpo-dipendente”, che si verifica quando gli anticorpi, anziché neutralizzare il virus, ne facilitano la diffusione nell’organismo. In realtà questo fenomeno non è mai stato rilevato nelle persone vaccinate contro il COVID-19. Nella prima fase della sperimentazione clinica, i vaccini COVID-19 sono stati studiati in animali successivamente infettati con il virus-SARS-CoV2: ciò ha confermato la protezione contro la malattia e nessun evento di ADE. Inoltre le dimensioni dei successivi studi clinici necessari per registrare i vaccini erano abbastanza grandi da far emergere un rischio di ADE, che invece non è stato rilevato. Al contrario, è stato osservato che i vaccini sono protettivi nei confronti della malattia e sono soprattutto efficaci nel ridurre il rischio di ospedalizzazione e morte, un fatto confermato con dati del mondo reale a seguito dell’introduzione dei vaccini nella popolazione generale. ADE è un evento ben noto nella dengue e in altre patologie virali, ma non è emerso né tra coloro che hanno superato il COVID-19 né tra i vaccinati con gli attuali vaccini contro SARS-CoV-2, molti dei quali sono venuti a contatto con il virus, che circola ampiamente nelle popolazioni umane. Ormai il 65,7% della popolazione mondiale ha ricevuto almeno una dose di vaccino COVID-19 e il 59,3% ha completato il ciclo. In totale 11,5 miliardi di dosi sono state somministrate a livello globale (dati estratti il 21/04/2022). Se ci fosse un problema di ADE, sarebbe sicuramente emerso.
Tutte le informazioni sulle modalità previste per effettuare la vaccinazione sono contenute nella pagina www.ilpiemontetivaccina.it/preadesione#/